Eccoci qui, sulla soglia, con ottobre di fianco!
Pelle Atopica ritorna dopo la pausa estiva.
L’ultima volta che ci siamo incontrati, la mia pelle era sudata e non si riusciva a respirare con facilità, le labbra sentivano il bisogno di essere inumidite da qualche fonte idrica.
Oggi la situazione è diversa, siamo quasi ad ottobre e una leggera brezza circola a Trieste, ma è normale che sia così caldo in autunno? Non sarà mica il climate change? Capisco la vitamina D e l’entusiasmo per la pelle avvolta dall’acqua salmastra, ma forse dobbiamo fare i conti anche con lui.
Ferdinando Cotugno, in questi casi, parla di speranza perchè è troppo tardi per essere ottimisti. Il danno è già stato fatto.
E voi come vi sentite? Da cosa è toccata la vostra pelle?
Cosa ha toccato me questo mese, diviso per strati:
🖐🏻🚗 Road Trip to Sarajevo
🖐🏻⚠️ Violenze sessuali, comunicare è un mestiere
🖐🏻🥢 Amori senza confini
Road Trip to Sarajevo
Affascinante è scoprire posti ignoti, di cui hai cercato poche informazioni perchè sovrabbondanti e pronte a stordirti al caso, non cercate per non rischiare di farti influenzare da quello che gli altri dicono, fanno, sentono.
Piena estate, i primi di agosto, una panda gialla, tante tappe, e altrettanti chilometri. Tutto è partito da Trieste.
Ritornare alla carta è un gioco di stile, accompagna l’umano ad una visione d’insieme, ricordandogli che tutto è legato a quello che gli è accanto, e non può essere dimenticato perchè per ogni tassello esiste qualcos’altro: ogni linea tracciata sulla mappa è una strada costruita, un abitato sommerso, un confine ancora conteso.
E sui confini mi fermerei un attimo, su quello tra umano e animale.
Come dovrebbe comportarsi un essere umano di fronte a una creatura come la volpe; quando abbiamo smesso di ricordarci della selvaticità degli animali?
Il pensiero nasce proprio dall’incontro serale con una volpe, nell’Una National Park, in Bosnia. Lo scroscio di un pacco di biscotti, e soprattutto quell’aroma al limone ha attirato la sua attenzione.
Lo sgomento provocato da questa vicinanza umano-animale, però, è sana, non va respinta. A volte, la convivenza non s’ha da fare. Uomini e volpi, quasi amici - diceva Marco Granata. Più che d’accordo.
Sarajevo. Un’altra città che si presta molto bene quando si parla di confini.
La convivenza di religioni diverse affascina lo sguardo, che si trova rapito da una commistione di corpi scoperti e avvolti. Il desiderio di conoscere le trame viventi di quei corpi porta con sè il bisogno di conoscere l’altro, scoprirne l’alterità per riconoscerne la somiglianza.
Ma se il confine è troppo rigido, la curiosità non riesce a filtrare e il cambiamento non trova abbastanza spazio per accadere. Senza contatto non c’è il riscatto di scoprirsi diversi da quello che si pensava di essere.
Sarajevo ti accoglie come una cena abbondante e gustosa, in cui gli invitati - però - sono sempre di meno. Dove sono finiti tutti?
Violenze sessuali
Comunicare è un mestiere
Perchè i media non parlano mai delle possibilità di cambiamento esistenti per chi commette una violenza sessuale?
Forse non è così interessante per l’opinione pubblica, a confronto con altri aspetti.
Ai media, infatti, interessa:
Selezionare i casi di stupro più efferati
Focalizzarsi sui dettagli
Concentrarsi sugli stupratori per giorni e giorni. [Attenzione - gli adolescenti che hanno commesso degli stupri stanno ancora costruendo la loro identità, se descritti come criminali questo contribuirà a farli agire come tali, in più il parlane continuamente ai media aumenterà il fattore consenso]
Omettere la presenza di una ragazza coraggiosa che ha deciso di denunciare
Comunicare che lo stupro è commesso da individui problematici
Usare toni scandalistici, introducendo un lessico del terrore. La cronaca violenta mira ad attirare l’emotività: non aggiunge niente su quello che sappiamo dello stupro
Omettere le possibilità di trattamento per gli stupratori
Omettere le informazioni sui servizi di aiuto
Silenziare la voce delle donne vittime degli stupri
Per approfondire:
🎧 Chiara Saraceno - Valigia Blu 🎧 ascolta qui
🎧 Radio3 - “Adolescenti. Educazione e violenza di genere” 🎧 ascolta qui
Amori senza confini
E confine è parola che attraversa ogni capitolo: «il confine è la cura»; «maneggiare i confini con imperizia intossica l’esistenza». Cosa significa che il padre deve essere confine? Non necessariamente il padre deve essere il padre in carne e ossa, può essere una donna, un lavoro, altre figure di riferimento: eteros, differenza, “un terzo” che spezzi la diade madre-bambino – «la famiglia dovrebbe essere un triangolo», si legge ancora. La vita si dà in quello spazio di separazione, che non è spazio di abbandono; è piuttosto spazio di possibilità, di alterità, di parole che devono essere inventate per capirsi, per comunicare le proprie emozioni, per provare a intercettare quelle dell’altro, per avvicinarsi un po’, consci di una differenza destinata a restare tale. La separazione distingue e connette, ama i confini: solo nella separazione si può creare il legame, con buona pace di Aristofane e dell’amore simbiotico che ci completa. - Anna Stefi (Doppiozero)
Pelle Atopica vi aspetta il prossimo mese!
Sfioriamoci, intanto.
Se vuoi, scrivimi un commento qui o su pelle.atopica@gmail.com :)