Eccomi qui!
Sono sempre Morena, con il naso proteso verso l’estate, pronta a farmi toccare dalle tue reazioni, emotive o logiche che siano.
E in allerta, desiderosa di accogliere qualsiasi tua risposta cutanea :)
Da questa domanda nasce Pelle Atopica, dal desiderio di comprendere con te quello che succede in questa società, affrontare insieme topic scoscesi, e scoprire se magari i miei pruriti riescono a toccare anche la tua pelle, il tuo personale contenitore di vissuti.
[Breve momento divulgativo] - L’atopia è una condizione della pelle data da una sua caratteristica intrinseca: un’iper-sensibilità agli allergeni dispersi nell’ambiente. La predisposizione genetica conta affinchè si sviluppi, ma anche i fattori sociali hanno un loro peso.
I pensieri corrono. E cosa siamo noi, se non appartenenze a geni ereditati, influenzati in buona parte dalla cornice sociale? Per quali allergeni abbiamo una maggiore sensibilità?
Torno in me. Il fascino che provo per le parole non ha fatto altro che spingermi verso l’aggettivo atopica. Prendere in mano l’origine etimologica di questa parola mi ha stupita. Fuori posto, speciale e insolita sono delle sue possibili traduzioni, e le sento risuonarmi dentro per quella componente di diversità che mi cattura da un bel po’ di tempo.
Pelle Atopica parte con questa presunzione, dare spazio a quello che norma non è, a quello che spazio non ha più: fatti controversi, dubbi esistenziali, ipotesi sommerse e discussioni plurali.
In un presente che spinge verso la ricetta di una comunicazione perfetta, l’incomunicabilità è un presupposto a cui mi apro per lasciare spazio a pensieri in corsa e scontri imprevisti.
Non dimentichiamoci dei palmi di mano scoordinati che vogliono applaudire: gestualità esistenti poco raccontate, ma che vivono. Mani che, presenti a loro stesse, decidono di sfiorarsi al loro ritmo.
Cosa mi ha toccato questo mese, diviso per strati:
🖐🏻✏️ Una lettera dagli Appennini
🖐🏻🏠 Affitti, quando vivere diventa uno status sociale
🖐🏻🍻 Udine in festa, alpini in trasferta
🖐🏻🕳️ NEI dintorni
Quella casa in Romagna
Odore di bagnato, ti scivola il piede sul pavimento bagnato e coperto di fango.
Le stanze dell'appartamento sono tutte allagate, l'esondazione è passata, ma non ha lasciato niente intatto. Ha lasciato dappertutto acqua e fango.
L'unica cosa che si può fare è cominciare a portare fuori i mobili. Ma appena ne afferri uno per alzarlo, si spacca tra le mani. Per terra un libro, lo prendi su con una mano ma le pagine si sfaldano e pesa tantissimo pieno d'acqua. E così per liberare la stanza prendi un sacco nero e butti i libri, per portare fuori gli armadi e i suoi pezzi prima li svuoti dei vestiti, tovaglie, asciugamani, che appesantiscono l'armadio a tal punto che anche in cinque persone l'armadio non si muove.
Troppa pioggia tutta in una volta. In una notte ciò che c'è di più caro portato via: la casa. Il luogo in cui risiede la nostra intimità, i nostri ricordi. Oggetti, armadi, foto … si potrebbe dire che sono solo oggetti, cose materiali, ma portano una storia, sacrifici, fatica e sudore. Ed è proprio in questi scenari che mi sono trovata. Ad aiutare gente comune che da un giorno all'altro si è trovata senza una casa, senza un letto, senza i vestiti.
In quel momento speri di poter davvero fare nel tuo piccolo la differenza per una persona. Ad ogni palata di fango sai che probabilmente stai restituendo un briciolo di speranza alle persone che abitano là. E quindi nonostante il piccolo gesto senti il peso dell'importanza di quel gesto, del significato.
Abbiamo fatto diverse attività in sei giorni, ho visto molte cose ma quella che mi ha colpito di più è stato sicuramente entrare negli appartamenti delle persone che hanno subito l'esondazione e aiutarle a liberare dall'acqua, dal fango, dagli armadi e dai propri oggetti personali la casa.
Alcune persone sembravano aver accettato il fatto di aver perso tutto del piano terra ma altre non erano in grado di affrontare il pensiero.
È stato .... Non ho parole Anna.
16-21 maggio 2023. Testimonianza vissuta con gli occhi verde-nocciola di Anna Chelleri, amica d'infanzia e volontaria della Protezione Civile.
Per approfondire:
La crisi climatica non è solo siccità - Il Post
Acqua stagnante, rischi per la salute - Radio3 Scienza
Alluvioni, è colpa degli istrici! - newsletter
n70 diPensieri ambientalisti divergenti -
- di
Gran finale. Alte riflessioni sulla melma - L’Indiscreto
Senzatetto nascosti
Hidden homelessness
Proteste contro il caro affitti nelle principali città italiane.
SLOGAN: senza casa, senza futuro
Quindi, quanto costano gli affitti per gli universitari?
La Costituzione: “I capaci e meritevoli, anche se privi di mezzi, hanno diritto di raggiungere i gradi più alti degli studi” (art.34)
Dati alla mano 🏠 - In Italia:
Studenti fuorisede: circa 700mila
Posti disponibili: poco meno di 40mila
Offerta pubblica degli studentati: colma solo il 5% della domanda
Pnrr: creazione di 60mila nuovi posti letto entro il 2026
“Il problema è che i decreti di attuazione del PNRR non hanno fissato una quota di alloggi da riservare a studenti meritevoli in stato di necessità economica, ma riportano un generico prioritariamente" spiega a Valigia Blu Federica Laudisa dell’Osservatorio regionale per l’università e per il diritto allo studio di IRES Piemonte
Ad oggi, con il Pnrr: 9.179 posti finanziati, ma i 2/3 sono privati
Continua Federica Laudisa: "È noto quanto le tariffe degli operatori privati siano esose per le tasche di una famiglia”
Spazi alpini a Udine, una città in festa?
Udine, 12 maggio 2023. Ci vediamo più tardi, a mezza bocca, in mezzo alla folla. E intanto spazio alla musica, a cori e voci in festa, a risate fragorose. L’atmosfera è gioiosa, dicono, quindi tutto è lecito, tutto è permesso. Gesti felpati e goliardici (?) passano inosservati, perdono di valore, si affievoliscono nel brusio.
Strumentalizzare è una parola o un gesto che presuppone distanza, non ci si sente vicini a ciò che si sta raccontando. Si prende un singolo fatto o evento per generalizzarlo a proprio vantaggio, stravolgendone la narrazione.
Si sente dire spesso che c’è stata una forte strumentalizzazione rispetto al caso delle molestie avvenute lo scorso anno a Rimini durante l’Adunata degli Alpini. Ma evitare di parlarne non è forse uno stravolgimento dei fatti a sua volta? Tralasciare o giustificare un retroterra culturale paludoso e retrogrado è davvero la strada giusta?
Cosa si può fare? Lo chiedo a te, pelle che mi stai leggendo.
La pelle toccata che racconto all’inizio è la mia. Sarà forse una testimonianza sporadica e non rappresentativa di un campione, ma la rabbia è tanta.
Ultima chicca. Nella ricerca di informazioni sull’Adunata di maggio a Udine, mi sono imbattuta in questo servizio di Fanpage. Sarebbe stato meglio ignorarlo?
Breve inciso: in Italia, il 79% delle donne ha subito una ‘molestia di strada’ prima dei 17 anni di età.
Cerca di essere più flessibile, mi dicevano ancora.
NEI dintorni
A pelle, questo mese mi ha colpito:
Si può leggere nel pensiero?
Aboliamo le prigioni
Quanto beve l'A.I?
Che cos'è il dolore?
Videogiochi - Rappresentazioni di genere
Il trend dello sturdy [grazie a ho imparato una parola nuova!]
In ultimo, consiglio di lettura: Oltre la penetrazione di Martin Page
E con questo è tutto, ci rivediamo a fine giugno!
Ah, mi piacerebbe avere un contatto con la tua pelle.
Se vuoi, scrivimi un commento qui o su pelle.atopica@gmail.com :)